Intossicazione da monossido di carbonio
L’ inalazione di Monossido di Carbonio (CO) comporta il manifestarsi di una sintomatologia variabile che parte da sintomi quali nausea e vomito e arriva a sintomi neurologici maggiori quali perdita di coscienza, coma e morte. L’esposizione accidentale o voluta al Monossido di Carbonio determina un forte legame diretto tra tale gas tossico e l’emoglobina, i citocromi (contenuti nei mitocondri di tutte le cellule nucleate) e la mioglobina. Tale legame è competitivo nei confronti dell’ossigeno e determina deficit di trasporto, distribuzione e utilizzazione dell’ossigeno, nonchè deficit di funzionalità delle fibre muscolari somatiche cardiache. La sindrome ipossica-anossica che deriva è spesso letale e la gravità dipende dai tempi di esposizione al CO e dalla sua concentrazione ambientale. L’ossigeno iperbarico spiazza il forte legame del Monossido di Carbonio con le proteine (emoglobina, citocromi, mioglobina) e ripristina una situazione ossigenativa tale da preservare il cervello dai danni anossici, che possono condurre alle sequele neurologiche tardive (sindrome post-intervallare) e tale da determinare una regolare attività cardiaca. Il valore ematico della quantità di CO legato all’emoglobina (COHb) ha valore solo diagnostico, ma non prognostico e non è indicatore di gravità dell’intossicazione. I tempi terapeutici sono variabili e non si ritiene utile continuare la terapia oltre la quinta seduta.